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Italian Restaurant, sempre più tricolore il consumo fuori casa nel mondo

Italian Restaurant, sempre più tricolore il consumo fuori casa nel mondo

La ristorazione italiana cresce in un mercato che cresce nel suo complesso. È quanto viene fuori da una ricerca pubblicata a inizio anno su MinD, il magazine dedicato a food & consumer products di Deloitte.
Sotto la lente della prima società di consulenza al mondo sono finiti il fatturato del mercato mondiale Food Service nel 2018 e le previsioni per gli anni a venire, con un occhio particolare al consumo fuori casa di cucina italiana.

La cucina italiana sarà prima per crescita

A tal proposito, è significativo che il 50% dei protagonisti del settore intervistati in tutto il mondo veda in pole position per potenziale di crescita futura proprio la ristorazione tricolore all’estero, seguita da quella giapponese (40%). La previsione trova conforto già nel dato reale del 2018, anno in cui il giro d’affari della ristorazione italiana su scala planetaria ha segnato una crescita del 10,6% rispetto a due anni prima, con un fatturato di 229 miliardi di euro ovvero quasi il 9% dell’intero mercato mondiale (2.563 miliardi di euro).

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, però, non è il fronte interno quello più redditizio per la tavola italiana. Con 39 miliardi di euro realizzati, nella classifica degli incassi il mercato nazionale è preceduto da quello statunitense e da quello cinese, quest’ultimo primo per redditività con 71 miliardi di euro e un indice di penetrazione del 15,8%.

È invece negli Stati Uniti che l’Italia è più presente, con un tasso di penetrazione del 35,7%, a fronte di un volume realizzato di 69 miliardi di euro. Nel resto del mondo, anche India e Brasile si rivelano mercati importanti per la ristorazione italiana, mentre più marginali in termini di volumi sono i Paesi europei, tra i quali si distinguono Regno Unito, Spagna e Francia.

Le nuove sfide della ristorazione italiana

I fattori che premiano l’Italia, in casa e all’estero, sono l’attenzione alla qualità delle materie prime, la sicurezza alimentare e l’originalità dei prodotti della tradizione, intesi come giacimenti gastronomici e culturali da (ri)scoprire.

Proprio lungo quest’asse identitario la cucina italiana è chiamata ulteriormente ad ampliare il proprio raggio d’influenza, innestandosi sull’avanzamento del mercato mondiale della ristorazione, il cui tasso annuo di crescita composto (CAGR) è previsto al 2-3% nel quadriennio 2018-2022.

In tal senso, uno dei driver vincenti sarà l’allargamento dell’offerta al cosiddetto functional food ovvero ai cibi funzionali al benessere dell’organismo (energizzanti, probiotici, anti-invecchiamento), parallelamente alla proposta di pietanze sicure per soggetti affetti da intolleranze e allergie alimentari.

Risulterà premiante anche il fattore sostenibilità, alla cui percezione favorevole concorreranno i sistemi di tracciabilità e informazione sulla provenienza e il trattamento delle materie prime.